FRASCATI un cuore urbano semplice, compresso e leggibile nella sua struttura essenziale

Frascati

un cuore urbano semplice, compresso e leggibile nella sua struttura essenziale

Una fresca giornata di luglio, una luce avvolgente, quasi finta, e la città che si pone come un palcoscenico in cui gli attori si muovono senza sapere di essere osservati e dove quel che resta del centro storico, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, si erge a sfondo della scena facendo intravedere il valore di quanto è andato distrutto.
Una piccola parte di città, il cuore centrale, si apre e si manifesta al visitatore come un organismo flessibile, continuo, con il suo sistema di piazze (piazza San Rocco, piazza del Gesù, piazza San Pietro, piazza del Mercato), i suoi palazzi, chiese e fontane, in un ibrido di edifici storici, di spazi ricavati dalle demolizioni necessarie, di costruzioni risalenti al dopoguerra che tentano un dialogo organico con il preesistente. Forse sta proprio qui il fascino di questo cuore storico, compresso e ancora leggibile nella sua struttura essenziale.
Salendo dalla stazione, la città si presenta con la sua parte di origine medioevale – che conserva qualche traccia di mura – da cui si dipartono a pettine una serie di scale e salite che disegnano la città barocca e settecentesca che va ad esaurirsi nel parco dell’Ombrellino, contro le mura che si sono aperte, con le rare tracce delle tre porte, a formare dei belvedere sulla campagna.
Dopo il Medio Evo, verso la metà del 400, fu Papa Pio II a dare un vero impulso a Frascati, fino a pochi anni prima modesto feudo dei Colonna, erigendo una rocca, oggi luogo della residenza vescovile – possente costruzione con gli angoli muniti di due torri quadrate a scarpata e una terza rotonda fiancheggiata dalla piccola chiesa di S. Maria in Vivario (1305) – e cingendo di mura il castello.
Successivamente, una serie di Papi e importanti famiglie nobiliari hanno segnato la storia e il destino di Frascati, in un susseguirsi continuo di progetti e realizzazioni, di costruzioni di mura che si intrecciano, conservando le vestigia di storie sovrapposte.
Durante il feudo dei Farnese e il Papato di Paolo III, la città si espande al di fuori dei confini medioevali, viene favorito l’insediamento di nuove famiglie, si apre la stagione della “villeggiatura” romana (che si svilupperà appieno dopo la realizzazione della ferrovia Roma-Frascati nel 1856).
È il periodo della costruzione delle ville tuscolane che circondano la città (1550-1650) che ne condizionano l’assetto. Il baricentro si sposta a monte con un’ addizione seicentesca, con strade dritte e reticolo ortogonale. Tale spostamento viene sancito e ufficializzato dalla nuova Cattedrale, iniziata a partire dal 1598 e conclusasi nel 1610, dedicata a S. Pietro in sostituzione di quella di S. Maria in Vivario immersa tra casette, mura e ruderi romani del vecchio borgo (cfr. Vivavoce n.64/2007).
La facciata in locale pietra sperone con le sue statue bianche si disegna nella luce, facendo emergere le sculture messe in rilievo dalle ombre. Si impone sulla piazza con la sua presenza possente, ma allo stesso tempo familiare, è come se fosse stata sempre lì, a fare da sfondo allo spazio pubblico e ad aprire le sue porte ai cittadini. È proprio la sua potenza e la sua capacità di convogliare lo sguardo che fa perdere il senso degli edifici che contornano la piazza, costruzioni di scarsa qualità che dovevano rispondere velocemente alla domanda di ricostruzione post-bellica Ma è una piazza complessa e articolata, in cui è ancora una chiesa – la chiesa barocca del Gesù, eretta in questi anni – a far sentire la sua presenza e in cui i resti della bellissima fontana di Piazza S.Pietro si incastonano in un edificio dal corpo allungato (che ha preso il posto di quello distrutto dal bombardamento), coronato da un loggiato all’ultimo piano. L’edificio, progettato dall’arch. Luccichenti, mostra il forte divario tra moderno e storico, un divario che sembra pervadere tutto il centro e che connota fortemente la scena.
Ed è, infatti, proprio qui – sull’area risultante dalla distruzione bellica della sede del seminario vescovile e compresa tra la piazza del Gesù e l’adiacente testata della piazza S. Pietro da un lato e via Paola dall’altro – che, dopo il bombardamento, la ricostruzione segna il centro della città: l’arch. Luccichenti, su incarico della Società Generale Immobiliare, progetta , tra il 1947 e il 1949, il complesso comprendente la galleria Vittorio Emanuele II e il Supercinema, : la struttura comprende venticinque locali per attività commerciali, nove ambienti per uffici, ventisei appartamenti e una sala cinematografica (cfr. Vivavoce, n.80/2009).
Nonostante le sovrapposizioni e giustapposizioni di interventi, il centro storico di Frascati è un cuore urbano semplice, dove sono ancora leggibili le tracce dei luoghi del potere che configuravano la vecchia città: potere civile (comune e carcere), ecclesiastico (edifici religiosi) ed economico (mercato); nonostante gli spostamenti di alcune sedi (Comune) avvenute nel corso degli anni finalizzate a migliorare la funzionalità delle attività. In particolare la piazza del Mercato, recentemente ripavimentata, con il suo bar e il prospetto del mercato che si apre sull’emiciclo, denuncia la vitalità e la piacevolezza del sostare.
Dalla Stazione, presidiata da un interessante edificio che gestisce il dislivello tra la piazza e la sede della ferrovia attraverso un sistema di scale, l’arrivo a piazza Marconi è immediato, e immediate sono le visioni di Villa Aldobrandini – che lancia la dimensione in altezza della città con i suoi visibili terrazzamenti – e di Villa Torlonia, ancorata con il suo verde ai “piedi” della città. La prima, progettata da G. Della Porta per il Cardinale Aldobrandini e terminata da C. Maderno e G. Fontana (1604), si erge con la sua facciata all’interno di un parco, di cui si avverte la notevole dimensione. Ma è la facciata posteriore quella più interessante e che apre alla meraviglia delle fontane e dei giochi d’acqua presenti nel giardino.
Villa Torlonia, già proprietà dei Torlonia, divenuta parco pubblico dal 1945 – con la sistemazione dovuta all’arch. Luccichenti – è il centro verde della città con lo splendido teatro delle acque che accompagnava l’edificio della villa distrutta dal bombardamento.
Frascati testimonia anche la presenza di un’ interessante attività di ricostruzione post-bellica esterna al centro storico nell’esperienza del quartiere INA casa che vede realizzati i progetti di figure di spicco dell’architettura romana di quegli anni (cfr. Vivavoce n.66/2007). Alcuni villini uni e bi-familiari di Luciano Giovannini, risalenti agli anni sessanta (cfr. vivavoce n.68/2008), arricchiscono l’esperienza della modernità di Frascati.
Una città, dunque, permeata di storia, che delle sue vestigia fa mostra a cittadini e visitatori; una città verde, una città in continua crescita demografica che svolge un importante ruolo egemone nel territorio dei Castelli Romani e nel raccordo con Roma.

scritto da Manuela Ricci |

Per la rubrica Centri Storici – Numero 85 ottobre 2009
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