Hotel in rivolta contro le recensioni sul web

Hotel in rivolta contro le recensioni sul web

di Federico Formica
In Francia multati tre portali di viaggi: maxi-multa di 430 mila euro per pratiche considerate ingannevoli. Protesta della Federalberghi: online troppe recensioni scorrette

La notizia arriva dalla Francia e potrebbe avere presto ripercussioni anche nel nostro paese. Un giudice transalpino ha condannato per pratiche sleali e ingannevoli Expedia, TripAdvisor e Hotels.com, tre famosi siti di recensioni e prenotazioni turistiche. I tre giganti del turismo online dovranno pagare complessivamente 430.000 euro di multa. Come molti lettori sanno, si tratta di siti internet che operano anche sul mercato italiano. Ma quali sono le pratiche sleali riconosciute dal giudice francese?

Expedia, il sito dove è possibile prenotare voli e hotel, ha indotto i suoi utenti a fare confusione con Trip Advisor (che appartiene allo stesso gruppo), che è dedicato esclusivamente alle recensioni e si promuove come neutrale e affidabile. Insomma, non era chiara la distinzione tra pubblicità e consiglio spassionato.

Ma c’è un’altra accusa, ancora più pesante: il gruppo americano faceva credere ai suoi utenti che alcuni alberghi fossero esauriti – anche se non era vero – per poterli rimandare verso altre strutture, che guarda caso erano partner commerciali del sito. La causa è stata intentata dall’associazione degli alberghieri Synhorcat ma è stata supportata anche dal ministero dell’Economia francese. La cugina italiana di Synhorcat, Federalberghi, sta muovendo i primi passi sullo stesso sentiero. L’associazione di categoria ha già chiesto al ministero del Turismo un provvedimento contro le recensioni anonime su internet. Come TripAdvisor, certo, ma non solo. “Questi siti non fanno alcun controllo sui contenuti pubblicati. Non c’è la certezza che i clienti abbiano effettivamente soggiornato nella struttura di cui scrivono” spiegano a Kataweb dall’ufficio legale di Federalberghi. In alcuni casi, infatti, i commenti vengono scritti direttamente dagli albergatori. Per farsi pubblicità o per gettare discredito su un concorrente. Risultato: molti clienti scelgono un albergo, piuttosto che un altro, sulla base di considerazioni false. Anche perché non sempre i siti che fanno da “intermediari” tra cliente e albergatore rendono pubblici i recapiti della struttura. Ma la richiesta di togliere l’anonimato dai commenti ha anche un altro fine: denunciare quei clienti che, nel commentare la qualità del servizio, si spingono un po’ troppo oltre. “Stiamo raccogliendo le segnalazioni di molti albergatori che si considerano diffamati da alcuni commenti su siti come Expedia – spiegano da Federalberghi – e nei prossimi mesi potremmo agire in sede legale”. Insomma, bisogna stare attenti a quello che si scrive, anche se coperti dall’anonimato. È una semplice regola di buon senso, che applichiamo sempre alla vita di tutti i giorni: criticare va bene, ma senza l’insulto gratuito. E soprattutto, dicendo la verità.

Ma siti come Expedia, Opodo e TripAdvisor sono comunque molto utili ai viaggiatori, che possono pianificare la propria vacanza da casa e senza pagare le commissioni normalmente chieste dalle agenzie di viaggio. L’importante è navigarli con attenzione. A meno che non abbiate già avuto un consiglio da una persona fidata, meglio evitare le strutture con pochi commenti, soprattutto se tutti positivi o tutti negativi: è più facile che si tratti di opinioni “pilotate”. Più grande è la mole di recensioni, più è facile che questi rispecchino la realtà. E soprattutto, non limitatevi a consultare un solo sito. Confrontate le opinioni, fate altre ricerche e cercate sempre un contatto diretto con la struttura, per evitare sorprese.

(12 Ottobre 2011 – Kataweb – La Repubblica)
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